Non una vicenda di cappa e spada, certo, ma il racconto di una straordinaria carriera artistica sullo sfondo dell'Italia del Rinascimento.
Ogni villa e ogni palazzo, fino alle grandi chiese veneziane, hanno una loro storia e un personaggio chiave, testimone di un momento della storia personale dell'architetto. Sarebbe bello poter visitare le sue opere in ordine cronologico, così come si può fare virtualmente sui libri o al computer. Si resterebbe stupiti di quanto esse riflettano aspetti dei viaggi di studi a Roma, per esempio, o della personalità dei committenti.
Palladio vive in un periodo di grande crescita economica: sono gli anni in cui Venezia, in crisi sul mare, guarda con nuovo interesse ai dominii di terraferma. È l'uomo giusto al momento giusto: le grandi famiglie veneziane pretendono dimore di campagna degne del loro rango e le famiglie vicentine richiedono palazzi che attenuino il complesso dei provinciali.
La carriera del Palladio ha il culmine proprio a Venezia e si rivolge non casualmente all'architettura sacra.
L'ultimo atto della carriera si tiene a Vicenza ed è quasi incredibile che abbia come oggetto l'architettura più densa di significati, il Teatro Olimpico. Come a dire: "La rappresentazione continua".